“Il dono della fede nel tempo del fidanzamento”

Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr At 5,31). Per l’apostolo Paolo, questo Amore introduce l’uomo ad una nuova vita: “Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una nuova vita” (Rm 6,4). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita.

La “fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo (cfr Rm 12,2; Col 3,9-10;    Ef 4,20-29; 2Cor 5,17). [Porta Fidei, Benedetto XVI]

La fede, innestata sull’umano, scrive Enzo Bianchi “è capace di orientare e portare a pieno sviluppo ciò che di più autentico c’è nell’uomo”. La fede cristiana, cioè, ci spinge ad investire il nostro quotidiano con la creatività dell’amore.

Crescere nella fede è sviluppare una relazione vitale con Dio, che lentamente modifica il nostro legame con Lui, il nostro rapportarci con le persone e con il mondo.

L’autentica fede non allontana l’uomo dalla sua realtà esistenziale, ma assume la sua situazione – vita familiare e professionale, paure e difficoltà, dubbi e interrogativi, gioie e fallimenti – la illumina, la riscatta e la nobilita.

  • La fede ci dice:
  • Il progetto di Dio sulla coppia

– “i due cammineranno verso una carne sola”

– La bontà della differenza: non solo la differenza è una cosa molto buona ma è la  condizione per essere/vivere ad immagine e somiglianza di Dio (L’uomo diventa immagine di Dio non tanto nel momento della solitudine quanto nel momento della comunione” – Catechesi, 14-XI-1979, Giovanni Paolo II).

– Tutto questo è possibile perché Dio ci conduce l’uno all’altra.

 

  • Di accogliere il dono del Sacramento del Matrimonio

Gesù “sposa” la nostra coppia

– L’amore umano è assunto in quello divino. Gli sposi entrano nel vortice di amore che c’è tra Dio e l’umanità, tra Cristo e la Chiesa.

– Nel sacramento del matrimonio gli sposi hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo che li ha configurati ad immagine di Cristo Sposo della Chiesa, dono che continua in questa azione interiore per tutta la vita, come nel giorno delle nozze. La coppia non deve far altro, allora, che mettere le proprie “vele” in modo tale che assecondino l’azione dello Spirito Santo, come succede per la barca a vela, che deve captare il vento per esserne sospinta. Bisogna, cioè, porre dei gesti, dei comportamenti umani, che concretamente mettano la “barca” del matrimonio nella condizione di lasciare agire lo Spirito Santo…

 

  • Questa fede (nel progetto di Dio sul Matrimonio e nel Sacramento delle Nozze) porta i due sposi alla fede comunicata/trasmessa/narrata. Non si dà una fede “per se stessi”. La fede è un dono da donare. Lo si dona vivendo la quotidianità.

 

Professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblico. Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato.

La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui. E questo “stare con Lui” introduce alla comprensione delle ragioni per cui si crede.

La fede, proprio perché è atto della libertà, esige anche la responsabilità sociale di ciò che si crede. La Chiesa nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell’annunciare senza timore la propria fede ad ogni persona.

È il dono dello Spirito Santo che abilita alla missione e fortifica la nostra testimonianza, rendendola franca e coraggiosa. [Porta Fidei, Benedetto XVI]

 

Cosa possiamo dunque dire ai fidanzati di oggi?

Ce lo dicono in modo mirabile i tre verbi usati da Familiaris Consortio al n. 17:

Custodire / Rivelare / Comunicare l’amore.

 

  • Dove?

Sempre seguendo le indicazioni di Familiaris Consortio individuiamo i quattro ambiti:

1) la formazione di una comunità di persone;                            → all’interno della coppia

2) il servizio alla vita;                                                                     → tra genitori e figli

3) la partecipazione allo sviluppo della società;                                  → nella società

4) la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa.     → nella Chiesa

 

  • Come?

– Dire              → la coppia annuncia

– Fare             → la coppia testimonia

– Pregare       → la coppia celebra

 

Caritas Christi urget nos” (2Cor 5,14): è l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli, oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra (cfr Mt 28,19). Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa affidandole l’annuncio del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo.

Per questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede. Nella quotidiana riscoperta del suo amore attinge forza e vigore l’impegno missionario dei credenti che non può mai venire meno. La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Essa rende fecondi, perché allarga il cuore nella speranza e consente di offrire una testimonianza capace di generare: apre, infatti, il cuore e la mente di quanti ascoltano ad accogliere l’invito del Signore di aderire alla sua Parola per diventare suoi discepoli. [Porta Fidei, Benedetto XVI]

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